Per il nostro secondo incontro ci siamo diretti a Rivalta di Torino. Mercoledì 27 Settembre 2023 siamo andati a far visita al canile e gattile L’ Arca di Piera Odv. Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con le volontarie Franca, Claudia , Erica e Sara ,che ci hanno raccontato la storia pluridecennale della struttura, come si è evoluto nel tempo, la loro idea di adozione, l’organizzazione, i volontari. Abbiamo avuto il piacere di discutere anche di aspetti generali sul mondo dei canili, delle contraddizioni, delle idee per migliorare. Buona lettura.

Qual è la vostra storia?

La storia dell’Arca di Piera inizia negli anni ‘ 70. Piera Luigia Ghirardi raccoglieva i cani ovunque, ne era innamorata al punto di averne fino ad 800. Ha fatto veramente una vita dura per riuscire a prendersi cura dei cani chiedendo aiuti a tutti. Nel 2004 è intervenuta una persona che ha aiutato molto sotto l’aspetto finanziario e ha anche costruito una parte di box che ci sono adesso. Nel 2010, a seguito di un aggravamento di salute di Piera, fra noi volontari abbiamo deciso di fondare l’associazione L’arca di Piera . I cani sono tutti intestati all’associazione e Piera è stata presidente dell’associazione fino a sei mesi fa, ora all’età di 92 anni è presidente onoraria.

Al momento abbiamo 70 cani e 100 gatti. Noi prendiamo cani solo da privati e raramente in casi eccezionali dalle associazioni del sud. Spesso comunque ci vengono lasciati sia gatti che cani davanti al cancello. Sono per lo più cessioni di proprietà della provincia. Gli ingressi vengono gestiti così, prima vi è una richiesta tramite mail e a fronte della richiesta rispondiamo con un questionario dove il proprietario compila i vari campi con le caratteristiche del cane. In base al questionario valutiamo se l’ingresso possa essere possibile o meno procedendo poi con un incontro conoscitivo con i nostri operatori. Se riteniamo che il cane sia gestibile in base alle nostre competenze e possibilità entra da noi.

L’associazione è composta da un consiglio direttivo di sette membri ognuno con il proprio compito. Ogni tre anni si fanno le elezioni e si rinnova il direttivo. Abbiamo in totale  120 soci volontari

Qual’é la vostra idea di adozione, avete dei criteri particolari?

Innanzitutto l’adottante non viene qui come se fosse uno zoo. All’adottante che decide di prendere un cane si consiglia in primo luogo di vedere il sito dove si possono trovare le foto dei cani e le sue caratteristiche in modo che poi possono prendere un appuntamento per  conoscere il cane a cui è interessato. Ovviamente una volta qua parte un “interrogatorio” ,se così si può dire, per capire da parte nostra qual è lo stile di vita di quella famiglia. Per il benessere del cane è importante che la famiglia sia compatibile con le caratteristiche e i bisogni del cane. Poi i nostri operatori che conoscono molto bene i cani fanno eventualmente una lista ristretta di cani da proporre, sempre in base alla compatibilità dello stile di vita e delle esigenze degli adottanti e del cane stesso. Questo è molto importante perché se l’adottante è indirizzato nella maniera giusta nel 90% dei casi il cane va a casa e va a casa bene.

Una volta individuato il cane sono previsti un minimo di 3-4 incontri qui affinché si possa creare un legame fra il cane e la famiglia. Se sono famiglie che stanno vicine si fa anche la prova in casa di mezza giornata. Poi c’è la visita a casa per vedere com’è la situazione, ad esempio se ci sono recensioni e giardini. Siamo molto attentati e rigidi nel dare il cane giusto alla famiglia giusta, infatti è raro che ci siano dei ritorni se non per eventi catastrofici. Solitamente si rimane in buoni rapporti con gli adottanti che ci aggiornano. Noi comunque anche dopo l’adozione ci siamo sempre per le famiglie. Infatti non facciamo adozioni fuori provincia perché non riusciamo a seguirli nel post adozione che ovviamente non dura per sempre.

Con i gatti invece come funziona?

L’adozione dei gatti è un po’ più semplice  perché è più facile che ne vengano presi due contemporaneamente. Come quantità di entrate ed uscite mediamente il numero di ingressi è abbastanza pari al numero di uscite. Mediamente abbiamo una presenza costante di 90-100 gatti. Abbiamo una 50-60 di gatti stanziali  che difficilmente troveranno adozione magari perché vengono da colonie feline smantellate o comunque non sono adatti per la vita a casa  perché sono gatti selvatici. Gli altri gatti sono di casa (cessione di proprietà) o trovatelli ma adatti alla vita domestica e quindi adottabili.  Vi è ovviamente un percorso di adozione. La persona deve venire almeno una volta per conoscere il gatto. Noi comunque valutiamo in base alle sue esigenze quale gatto è più adatto.  Poi segue il pre affido sia per conoscere meglio la persona nel suo ambiente che per valutare la sicurezza della casa quindi reti sui balconi, se c’è un giardino vedere se si trova in un punto pericoloso o meno. Questa è la parte essenziale perché se il pre affido va male il gatto non viene dato. Per noi è molto importante la sicurezza per il gatto ma anche la compatibilità con la persona. Spesso si presentano persone meravigliose che vogliono prendere un gatto ma il gatto non rispecchia le loro possibilità. Non daremo mai via un gatto ad una famiglia con bambini se il gatto ha un brutto trascorso con i bambini. Gli adulti sono tutti sterilizzati, i più piccoli sotto i sei mesi non vengono dati sterilizzati ma noi chiediamo l’obbligo di sterilizzazione chiedendo poi l’avvenuta conferma di sterilizzazione.

Come siete organizzati per i lavoro quotidiano? Quanti volontari partecipano effettivamente?

Per i nuovi volontari si fa la tessera associativa per copertura assicurativa. Di volontari operativi ne abbiamo una quarantina. Una volta fatta l’iscrizione si parte con un periodo di affiancamento ad un volontario senior, questo sia per cani che per gatti. Il volontario senior insegna le caratteristiche del cane e che cos’è essere volontario quindi la pulizia dei box, far uscire in un certo modo i cani, che cosa i cani indossano per uscire. Non è sempre facile perché in alcuni casi i volontari vogliono fare di testa loro. Dopo il percorso di affiancamento, solo se lo riterremmo adatto, starà da solo altrimenti starà sempre affiancato a qualcuno. I volontari sono suddivisi per zone, ogni zona ha un gruppo di volontari dedicato e si muove organizzandosi nella chat. Tutti i giorni della settimana le zone sono coperte e i cani escono.

Poi è da qualche hanno che abbiamo la convenzione con i lavori socialmente utili. Anche in questo caso facciamo una selezione e le persone che vengono si occupano per lo più della manutenzione come ad esempio tagliare l’erba.

Negli anni L’Arca di Piera è diventata una struttura di punta, pensata in ogni particolare per il benessere del cane dentro e fuori dal box. Qual è stato il vostro percorso?

Inizialmente erano delle semplici baracche, con reti improvvisate, con ciò che si trovava si facevano dei box. Man mano si sono costruiti i box nella maniera corretta e a norma. Col tempo siamo riusciti anche a comprare le aree di sgambamento che sono il nostro fiore all’occhiello. Abbiamo quattro sgambamenti che messi assieme fanno due campi da calcio si può dire!

Per finanziarci ci inventiamo di tutto, calendari, apericena, pizzate, banchetti! Anche perché le spese sono tante. Poi abbiamo anche le adozioni a distanza che funzionano molto bene. Ci sono sia per cani che per gatti e chiediamo un minimo di 15 euro al mese. Mandiamo foto, video e aggiornamenti agli adottanti ma c’è anche chi passa a trovare il cane o il gatto adottato.

Una considerazione sul mondo dei canili, il traffico di cani, le staffette. Meglio una vita da randagio o una vita in canile?

Non siamo d’accordo che i cani vengano deportati come merci. Anche perché ci sono dei cani che starebbero meglio liberi là dove sono, vivono 3 anni felici e liberi invece che morire in canile perché inadottabili. C’è poca informazione su chi sono questi cani recuperati per strada. La gente li prende a scatola chiusa ma poi spesso quando arrivano qua sono dei disadattati perché non è l’ambiente giusto per questi cani. Laddove ci sono delle urgenze reali come in Ucraina adesso, in cui i cani rischiavano di morire per i bombardamenti, può avere un senso, ma dal sud portare in massa cani che erano liberi a marcire in canile non siamo d’accordo. Non esiste nemmeno che un cane arrivi in casa di estranei senza aver fatto un periodo di adattamento. Preso, consegnato, trauma totale per il cane pensando veramente poco a ciò che può provare il cane. Poi il randagismo è sempre esistito ma forse ora è più sponsorizzato, le persone fotografano e postano e più vengono sponsorizzati più sono nel mirino. Ad esempio qualche giorno fa ai templi di Agrigento sono stati avvelenati tutti i cani che erano tranquillamente inseriti nel via vai di turismo ed erano sereni! Uccidendoli hanno risolto il problema. Sicuramente va formata per bene la gente là per la gestione del randagismo.

Un’ultima considerazione sul commercio di animali, gli allevamenti e i negozi contribuiscono di fatto alla minore richiesta di adozioni?

Nel momento in cui un allevamento è serio e controllato, gestito bene e con grande attenzione l’allevamento ci sta. Se la famiglia predilige il Golden Retriever piuttosto che uno dei nostri cani non è un problema. E’ tutto l’indotto che non va bene, cioè sono le cucciolate familiari che vendono il cucciolo a 700 euro e non vanno nemmeno bene i cani nel negozio. L’allevamento ha un suo perché per un’eccellenza di razza ed è raro che venga abbandonato il cane di razza perché comunque sono cani calibrati correttamente. Da noi arrivano ad esempio dei Pit delle cucciolate casalinghe, che comunque ne prendiamo pochi perché non riusciamo a gestirli adeguatamente . Deve finire immediatamente questa situazione delle cucciolate casalinghe ma non si fermerà perché c’è sempre dietro il discorso denaro. Ovvio che noi tutti vorremmo che i cani di canile fossero adottati per liberarli ma non possiamo obbligare la gente a non scegliere il cane di allevamento che vogliono. Non piace a nessuno l’idea che il cane sia merce e denaro ma se le cose sono fatte bene non si può impedire alla gente di rivolgersi agli allevamenti.

Riferimenti:

L’Arca di Piera  – [email protected] – +338 383 7404

Alcuni amici dell’Arca di Piera in cerca di adozione