Per il primo incontro della nostra iniziativa abbiamo dovuto percorrere solo qualche centinaio di metri, quelli che facciamo spesso in passeggiata coi nostri cani. Domenica 24 Settembre 2023 siamo andati a far visita ai nostri vicini di casa, gli amici del rifugio il Bau di Alpignano. Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con Fulvio Ricceri, presidente dell’associazione Bastardini, che ci racconta come è nato il canile, come si è evoluto nel tempo, la loro idea di adozione, l’organizzazione, i volontari. Abbiamo avuto il piacere di discutere anche di aspetti generali sul mondo dei canili, delle contraddizioni, delle idee per migliorare. Buona lettura.

Qual è la vostra storia?

Il Rifugio il Bau nasce nel luglio 2004. Noi in realtà siamo un’associazione “I Bastardini” che dopo un mese dalla fondazione ha preso in gestione il Rifugio il Bau. E’ nata da un gruppo di persone che facevano volontariato presso vari canili della zona accomunati dal sogno di costruire una realtà che fosse più accessibile alle persone ed in cui i cani riuscissero ad avere visibilità e più opportunità di andare a casa. In 20 anni abbiamo fatto 2200 adozioni, quindi è una realtà che ha permesso a molti cani di andare a casa. A differenza dei canili comunali che si occupano di cani vaganti, noi come rifugio privato ci occupiamo di cani di proprietà di privati che non possono stare più con la loro famiglia per vari motivi, come ad esempio un’adozione inconsapevole, l’insorgere di problematiche oggettive o quando il padrone viene a mancare. Quando abbiamo posto aiutiamo anche le associazioni del luogo ma soprattutto quelle del sud ospitando i cani presso la nostra struttura. Abbiamo la possibilità di ospitare fino a 55 cani, in questo momento siamo tra i 45 e i 50. Ci manteniamo in base alle possibilità economiche perché noi viviamo grazie ad attività di raccolta fondi con la vendita di panettoni, uova di pasqua e calendari e sul  5×1000. L’associazione è basata tutta sul volontariato, al momento abbiamo 80 soci di cui 50 effettivi che coprono i turni in rifugio che sono 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno, mattina e pomeriggio! Lo scopo dell’associazione è quello di trovare famiglia ai cani e cercare di far si che i cani in attesa di casa stiano al meglio possibile all’ interno del rifugio.

Per molti cani purtroppo è difficile trovare un’adozione, alcuni probabilmente vivranno la loro vita in canile. Come vi approcciate e gestite queste situazioni?

Noi sappiamo abbastanza facilmente se un cane starà in canile tanto o poco a seconda del tipo del cane che è e del carattere. Per i maschi adulti di taglia grande sappiamo che, a meno degli innamoramenti che a volte ci sono, sono destinati a rimanere abbastanza in canile. Gli anziani sono più facile da adottare rispetto agli adulti perché ci sono persone che fanno le adozioni del cuore. Sarebbe bello non arrivare all’adozione del cuore, e risparmiare al cane qualche anno di canile, però ci sono. Noi abbiamo una decina di cani, le nostre “mascotte”, che vivono qua da molti anni, il più vecchio almeno da 12. Cerchiamo di essere ‘casa’ per loro, cerchiamo di fargli fare cose piacevoli come le passeggiate tutti i pomeriggi coi nostri volontari. Abbiamo un’istruttrice che viene ad aiutarci con situazioni comportamentali più complicate. Noi per scelta non abbiamo cani aggressivi perché non saremo in grado di gestirli. Al contrario abbiamo molti cani timidi, paurosi, che non si fanno toccare, accarezzare, che arrivano da un trascorso in cui sono stati vessati e quindi hanno paura dell’umano. Anche con loro siamo riusciti a fare nel tempo diverse adozioni, spesso sono adozioni di volontari. Io stesso 10 anni fa ho adottato un cane timido che non ho mai accarezzato neanche a casa, se non nel suo ultimo anno di vita. Cerchiamo di trovare sempre la miglior situazione per fargli trovare casa, proprio per non essere un ospizio per cani! Ma poniamo molta attenzione nel percorso di adozione per cui la visita pre affido, il colloquio con la famiglia e con i cani un po’ più complicati  un percorso di avvicinamento. Quando l’adozione è fatta verifichiamo che vada tutto bene e poi procediamo con l’adozione definitiva.

Qual’é la vostra idea di adozione, avete dei criteri particolari?

Noi partiamo dal presupposto che bisogna trovare il cane giusto per la famiglia giusta. Non tutti i cani vanno bene per tutte le famiglie e non tutte le famiglie vanno bene per tutti i cani. Ma non è detto che una famiglia che non va bene per un cane non possa andare bene per un altro. Quindi in base alla nostra conoscenza del cane e su quello che possiamo sapere della famiglia cerchiamo di indirizzare verso un adozione compatibile con le esigenze della famiglia e il carattere del cane. Se la famiglia ad esempio non è particolarmente “sportiva” la indirizziamo su cani che sono più “pantofolai” oppure se il cane, indipendentemente dalla taglia, ha bisogno di un giardino, o se vive benissimo anche in casa facciamo presente alla famiglia questa necessità. Non abbiamo quindi dei requisiti assoluti ma con la collaborazione dell’educatrice, dei volontari e della famiglia troviamo la situazione migliore sia per i cani che per la futura famiglia.

Come siete organizzati per i lavoro quotidiano? Quanti volontari partecipano effettivamente?

Dipende molto perché gestire il Bau significa gestire il rifugio, quindi i cani, quindi portarli a passeggio , sfamarli, pulire i loro box etc. Ma vuol dire anche occuparsi della manutenzione, come ad esempio aggiustare il box che si è rotto o la luce che non funziona ecc. Vuol dire anche occuparsi delle attività che servono per raccogliere fondi destinati al rifugio. Non tutti fanno tutto, abbiamo un bel po’ di volontari che si occupano dei cani, altri che si occupano della manutenzione ed altri ancora della raccolta fondi. Tra gli 80 soci, tutti sono attivi in almeno una di queste attività.

Negli anni il Bau è diventato una struttura di punta, pensata in ogni particolare per il benessere del cane dentro e fuori dal box. Qual’é stato il vostro percorso?

Il Bau nasce affittando e nel 2009 siamo riusciti a comprare la struttura. Nel corso degli anni abbiamo fatto tantissimi interventi di manutenzione, abbiamo messo le tende per l’inverno, abbiamo rifatto i box secondo i nuovi regolamenti e che fossero sicuri per i cani. Un lavoro di gestione e di attenzione alla struttura  molto grosso che è stato possibile grazie al contributo di tutte le persone. Siamo riusciti a trasformare questa struttura in una struttura dove i cani stanno bene ed in cui le persone non ne escono col magone e quindi più propensi a ritornare, più persone vengono più cani riusciamo a far adottare. Per questo aiutiamo altre strutture in difficoltà, come ad esempio quelle del sud, dove magari le persone non hanno nemmeno molto piacere ad andare . Cerchiamo di aiutare tutti i cani possibili, anche se qualche volta ci sentiamo come una goccia nel mare perché per un cane a cui dici di sì ce ne sono altri 10 a cui dici di no, ma bisogna iniziare da qualche parte.

Una considerazione sul mondo dei canili, il traffico di cani, le staffette. Meglio una vita da randagio o una vita in canile?

Io penso che il randagismo non sia pericoloso per l’uomo ma che il randagismo sia pericoloso per il cane. Io sono andato in Cile e lì c’è un randagismo di comunità dove il cane vive libero, ma c’è una comunità che se ne occupa. Devo dire che tutti i cani randagi vivono benissimo per lo meno nei paesini. Nelle grandi città invece non funzionava allo stesso modo. Non ho una risposta e non voglio darla perchè è molto complicata ma quello che posso dire è che noi come struttura quello che cerchiamo di fare è di essere da tramite con le realtà del sud. Spesso vengono fatte queste adozioni a distanza dove manca un percorso di conoscenza e pre affido. Noi portando qua dei cani da queste realtà cerchiamo di conoscerli ed indirizzarli alla famiglia giusta. Rispetto quindi al randagismo sarebbe teoricamente bello una convivenza pacifica sul territorio ma la nostra realtà nazionale è molto diversa. L’Ideale sarebbe non aver più bisogno dei canili perché presente un atteggiamento comunitario di attenzione nei confronti dei randagi. Questo però non c’è, e qualcosa bisogna pur fare.

Un’ultima considerazione sul commercio di animali, gli allevamenti e i negozi contribuiscono di fatto alla minore richiesta di adozioni?

Io credo che non bisognerebbe porsi in contrapposizione ma porsi come alternativa. Dimostrare che ci sono delle alternative che possono essere ugualmente gratificanti. Come rifugio quello che cerchiamo di fare è di fare attenzione che le persone che vogliono fare un adozione da noi facciano da un lato un adozione consapevole e dall’altra trovino il cane che funzioni nella loro realtà. Penso che la persona che va a comprare un cane scelga una razza più congeniale a quello dii cui loro hanno bisogno. Quello che noi cerchiamo di far vedere è che anche dei cani del canile possono essere altrettanto congeniali. A titolo personale dico che l’idea di prendere un cucciolo perché crescerà come voglio io è una pia illusione. Il cucciolo crescerà come vuole lui e non si può sapere quale sarà il suo carattere da adulto mentre il cane di 1 anno sappiamo già che carattere ha. Spesso succede che un cane preso da cucciolo, da canile o da allevamento, mostra poi da grande un carattere non compatibile con la famiglia. Di un cane già adulto sappiamo i suoi punti di forza e suoi punti di debolezza ed è più facile quindi trovare la famiglia giusta. Chi viene qua e cerca un cucciolo l’invitiamo sempre a riflettere su questo punto.

Riferimenti:

Associazione Bastardini  – [email protected] – +39 339 813 93 35

Alcuni amici del Bau in cerca di adozione